Dalla scrivania del secondo piano del palazzo in cui è collocato il PD gravinese, con un antico ritratto alle spalle, risponde il coordinatore murgiano, nonché consigliere Leonardo Mita che da una sua definizione di politica: “Non è un compromesso, ovvero mettere da parte i propri valori, è invece mediazione, è un consenso per intersezione al fine di raggiungere il bene comune e garantire gli interessi collettivi.”
Per fare politica servono due cose, sostiene Mita: “i grandi ideali e un grande realismo, per affrontare le situazioni in un contesto piùo meno facile come quello di Gravina”. Molti credono che i giovani considerano la politica una cosa sporca, “ma non è così” afferma il consigliere dei giovani democratici: “ci sono giovani che ci credono e fondano associazioni come questa per mobilitarsi e fare delle esperienze belle e importanti, per tirar fuori proposte come quella della consulta giovanile a Gravina, e per un confronto sulle realtà giovanili perché coloro che non prendono parte in determinate discussioni lo fanno per pigrizia e non per paura”. Successivamente, senza negare un sorriso, Mita fa riferimento alla storia e ricorda che nel secondo dopo guerra la politica italiana è stata gestita dai giovani e si sono fatti molti passi avanti, cosa che sicuramente incoraggia il mondo giovanile e dà speranza.
Grande investimento in questo senso sarebbe la cura dell’educazione politica che deve essere fatta e seguita con passione, poiché “è il passo essenziale che un aspirante politico, ma non solo, deve fare per contribuire al buon funzionamento della società”; infatti esistono scuole di partito ma anche corsi apartitici come quello, che quest’anno si tiene ad Altamura,promosso dalla diocesi. E’ un giovane segretario ormai appassionato alla discussione quello che, infine, auspica ad un’informazione che ridiventi retorica e oratoria supportata da contenuti e che funga da mediazione allo scopo di crearela politica del dialogo.
E’ opportuna una breve riflessione sul comportamento dei giovani che decidono di non far parte di partiti a causa della concezione comune di malcostume politico o che sperano di affidarsi ad una buona educazione che li istruisca all’incontro, alla mediazione piuttosto che allo scontro, per poi prendere una posizione politica. Le promesse non mantenute, gli scandali, l’opportunismo, i giochi di potere, rappresentano le ragioni a causa delle quali regna lo scetticismo tra le nuove generazioni: sono tanti i ragazzi che non amano seguire la politica o, meglio, non amano la politica rissosa e inconcludente. Non dimentichiamo, però, che siamo anche noi giovani ad eleggere i politici che amministrano non solo le nostre finanze,ma anche e soprattutto le nostre speranze.
Se i giovani restassero lontani dalla politica – intesa come mezzo per interpretare le esigenze della polis e raggiungere il bene comune - perché fonte di corruzione - che ne sarebbe della propria vita sociale, del proprio futuro?