giovedì 31 marzo 2011

Giovani, città e futuro: la consulta un'idea ancora nel cassetto - DA MURGIATIME.IT

I giovani. Se dovessimo fare una hit parade degli argomenti maggiormente trattati dalla politica, ci sarebbero loro, la loro condizione, i loro vizi, le loro potenzialità. "Dei" giovani se ne parla fin troppo, ma poco si parla "con" i giovani, che restano quindi un argomento buono per tutte le stagioni, ma eternamente indefinito, limitato nelle circostanze (magari elettorali) e poi riposto nel cassetto di un domani che non giunge mai. Mai come in questi giorni, giovani liberi e coscienti hanno iniziato a far sentire alta la propria voce, a dire come la pensano, ma soprattutto ad indicare la via del fare prima che sia troppo tardi e che il futuro rovini sotto le macerie dell'oggi. Prima e dopo il crollo della palazzina in Via Giudice Montea a parlare di centro storico, della sua fatiscenza e del possibile recupero delle molteplici criticità che il nucleo orginario della città vive, sono stati i nostri giovani. Così nascono o si sviluppano associazioni: Le Menadi, Siamo Tutti Tufi, Orgoglio Gravinese, Undergrà, Viagran, Croce Verde Italia (solo per citarne alcune, senza contare le molteplici associazioni sportive e di volontariato); si creano luoghi della cultura come Le Officine Culturali, si definisce una nuova classe politica sia nei partiti tradizionali che fuori da questi schieramenti Giovani UDC, Liberal, Giovane Italia, La Fabbrica di Nichi, Giovani Democratici sono uno spaccato di questo. Si tenta, anche con molta fatica, di rinnovare i partiti, di dare maggiori responsabilità sia alla nuove generazioni che andranno a gestire le città del futuro, ma anche alle generazioni precedenti che devono passare la mano, devono essere guida "responsabile" per chi è meno esperto. Eppure in tanto fermento mancano i luoghi per i giovani, manca l'Agorà, scarseggia l'ascolto, si stenta a dare fiducia, a cambiare laforma mentis.

Circa un anno e mezzo fa una rappresentanza dei Giovani Democratici di Gravina accompagnati dal segretario del PD Alesio Valente, dal consigliere Giuseppe Carulli e dal segretario dei giovani Leo Mita proposero al sindaco Giovanni Divella l'istituzione di una consulta giovanile, che tra le altre cose figurava nel programma elettorale del centrodestra. In quell'occasione il gruppo presentò un documento molto articolato in cui all'amministrazione veniva altresì indicato il percorso da seguire per l'approvazione della consulta. L'obiettivo progettuale prevedeva "il collegamento delle varie realtà giovanili presenti sul territorio cittadino con l'intento di collaborare all'educazione civica, di definire la cultura alla partecipazione, all'attivismo democratico e alla coscienza collettiva. La consulta indicava i giovani come risorse, portatori di identità ed idee, rivolgendosi a tutte le realtà giovanili territoriali, indipendentemente dalla tendenze politiche, che, unendosi e discutendo, avrebbero potuto dare un forte impulso alla vita istituzionale e civica.

Mai come oggi quella proposta, che prescinde dall'appartenenza politica, ma è aperta a qualunque realtà attiva a Gravina, è attuale. Basterebbe tirarla fuori dal cassetto, bisognerebbe darle valore, sarebbe un modo semplice per "con"-sultare i giovani e non solo per perlare "di" loro, sarebbe un "ponte" verso il futuro.