Circa un anno e mezzo fa una rappresentanza dei Giovani Democratici di Gravina accompagnati dal segretario del PD Alesio Valente, dal consigliere Giuseppe Carulli e dal segretario dei giovani Leo Mita proposero al sindaco Giovanni Divella l'istituzione di una consulta giovanile, che tra le altre cose figurava nel programma elettorale del centrodestra. In quell'occasione il gruppo presentò un documento molto articolato in cui all'amministrazione veniva altresì indicato il percorso da seguire per l'approvazione della consulta. L'obiettivo progettuale prevedeva "il collegamento delle varie realtà giovanili presenti sul territorio cittadino con l'intento di collaborare all'educazione civica, di definire la cultura alla partecipazione, all'attivismo democratico e alla coscienza collettiva. La consulta indicava i giovani come risorse, portatori di identità ed idee, rivolgendosi a tutte le realtà giovanili territoriali, indipendentemente dalla tendenze politiche, che, unendosi e discutendo, avrebbero potuto dare un forte impulso alla vita istituzionale e civica.
Mai come oggi quella proposta, che prescinde dall'appartenenza politica, ma è aperta a qualunque realtà attiva a Gravina, è attuale. Basterebbe tirarla fuori dal cassetto, bisognerebbe darle valore, sarebbe un modo semplice per "con"-sultare i giovani e non solo per perlare "di" loro, sarebbe un "ponte" verso il futuro.